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Valutazione

Il denso e millenario rapporto tra Uomo e Territorio in queste isole è evidente nella più materiale tra le tante espressioni culturali delle comunità eoliane, l’architettura. Quella rurale, in particolare, è stata concepita nel rispetto delle geometrie naturali e in piena assonanza con la vita contadina, poiché l’agricoltura ha costituito per lungo tempo la principale risorsa degli isolani; i bagli esposti a Sud erano scanditi da colonnati (pulera) per reggere i pergolati di viti rampicanti, ombrose e generose di frutta durante l’estate, mentre in inverno, prive di foglie quando il tiepido sole poteva riscaldare il terrazzo, ne lasciavano sapientemente filtrare la luce. A fianco di questa e di mille altre accortezze, convivono i vezzi cromatici delle pareti – ocra, azzurro, rosa, giallo pallido – o i loro accurati rifasci, o ancora i “pizzi” che ornano il frontespizio delle abitazioni e tipi cano i canoni dell’architettura Eoliana. Ma l’antica cultura degli isolani non vive solo nelle mura da essi innalzate: si ritrova, per esempio, nelle feste religiose, frequenti e suggestive, animate da sentite e pittoresche processioni in costume al seguito dei santi patroni; nelle numerose sagre popolari, che riuniscono la comunità per rinnovare eventi dove è racchiusa un’anima al contempo sacra e pagana: il raccolto, la vinificazione, il lavoro, il Cappero in fiore di Salina. La cultura contadina e marinara è fissata nella memoria grazie ai musei etno-antropologici che sono sorti, in primis quello di Lingua a Salina, un po’ ovunque; e, anche, la memoria tragica dell’emigrazione, che ha spopolato tra il XIX e il XX secolo le Eolie, cui la stessa isola ha dedicato un museo, che ha sede nella borgata di Malfa.